venerdì 14 agosto 2015

I Percorsi della Fede a Zerman : la Chiesa di S.Elena Imperatrice



Il Bar Le Tentazioni  di Zerman (Mogliano) ha ospitato lo stage di informazione della tramissione multimediale L'Italia del Gusto, sotto forma di 'Aperitivo in Piazza Don Antonio Sala.'
Si è trattato di uno degli appuntamenti del progetto La Piazza dell'informazione, 'tracce di filò urbano, per una comunicazione ritrovata. "
L'architetto Prete ha raccontato la storia della Chiesa di S.Elena Imperatrice, per i Percorsi della Fede.

" La sua storia è stata a lungo legata alla pieve di Casale sul Sile, di cui ha costituito una cappella e da cui si affrancò nel 1596. Nel 1804 il vescovo di Treviso Bernardino Marin, C.R.L. le concede il titolo arcipretale. L'edificio ha assunto le forme attuali nel 1895, avendo il parroco don Domenico Scabello affidato all'architetto Giuseppe Segusini l'incarico di progettare una nuova chiesa (1870). L'architetto feltrino, molto attivo nel campo dell'arte sacra, le diede un aspetto spiccatamente neorinascimentale.
Esterno
La facciata si caratterizza per l'ampio pronao abbellito da due colonne ioniche e culminante con un timpano a tutto sesto; al corpo centrale sono affiancate due ali culminanti con due quarti di cerchio. Sulle sommità del timpano e dei quarti sono degli ornamenti in ferro battuto. Sulla facciata sussiste, un affresco della patrona attribuito alla scuola del Veronese, se non al Veronese stesso.
Sagrato
Presso il sagrato, il 10 aprile 1827, fu eretta una colonna romana sulla quale venne posta una statuetta della patrona. Questo spazio era in passato utilizzato come cimitero, al quale è legata una curiosa vicenda: verso la fine del XVI secolo fu teatro di una rissa che vide la morte di un uomo; benché il camposanto fosse stato riconsacrato, per diverso tempo la comunità, molto turbata, non volle seppellirvi i propri morti, tant'è che il vescovo di Treviso, mentre effettuava una visita pastorale, constatò la presenza di alcune bare nascoste nella chiesa, alcune con persone morte da mesi.
Interno
L'opera più pregevole degli interni è sicuramente la pala dell'altar maggiore: una Madonna con Bambino e santi opera di Palma il Vecchio. Sugli altari laterali si hanno, a sinistra, una Madonna del Parto attribuita a Carletto Caliari, figlio del Veronese, e, a destra, un Sant'Antonio di ignoto. Sconosciuti anche gli autori degli altri due dipinti della navata destra, un Martirio di san Sebastiano e una Madonna del Rosario. Nei pressi dell'ingresso è collocata una terracotta smaltata che rappresenta una Madonna con Bambino.

Degni di nota sono anche due stendardi dipinti ad olio su tela. Il primo, di scuola romana, risale al XVI secolo raffigura due Scene della vita di Sant'Elena. Il secondo, di scuola veneziana, è del XVIII secolo, mostra una Madonna con Bambino e san Domenico. Sono presenti altre due pale, della fine del XX secolo, del pittore Oleg Supereko.

I Percorsi della Fede a Zerman : la Chiesa di S.Elena Imperatrice




Il Bar Le Tentazioni  di Zerman (Mogliano) ha ospitato lo stage di informazione della tramissione multimediale L'Italia del Gusto, sotto forma di 'Aperitivo in Piazza Don Antonio Sala.'
Si è trattato di uno degli appuntamenti del progetto La Piazza dell'informazione, 'tracce di filò urbano, per una comunicazione ritrovata. "
L'architetto Prete ha raccontato la storia della Chiesa di S.Elena Imperatrice, per i Percorsi della Fede.

" La sua storia è stata a lungo legata alla pieve di Casale sul Sile, di cui ha costituito una cappella e da cui si affrancò nel 1596. Nel 1804 il vescovo di Treviso Bernardino Marin, C.R.L. le concede il titolo arcipretale. L'edificio ha assunto le forme attuali nel 1895, avendo il parroco don Domenico Scabello affidato all'architetto Giuseppe Segusini l'incarico di progettare una nuova chiesa (1870). L'architetto feltrino, molto attivo nel campo dell'arte sacra, le diede un aspetto spiccatamente neorinascimentale.
Esterno
La facciata si caratterizza per l'ampio pronao abbellito da due colonne ioniche e culminante con un timpano a tutto sesto; al corpo centrale sono affiancate due ali culminanti con due quarti di cerchio. Sulle sommità del timpano e dei quarti sono degli ornamenti in ferro battuto. Sulla facciata sussiste, un affresco della patrona attribuito alla scuola del Veronese, se non al Veronese stesso.
Sagrato
Presso il sagrato, il 10 aprile 1827, fu eretta una colonna romana sulla quale venne posta una statuetta della patrona. Questo spazio era in passato utilizzato come cimitero, al quale è legata una curiosa vicenda: verso la fine del XVI secolo fu teatro di una rissa che vide la morte di un uomo; benché il camposanto fosse stato riconsacrato, per diverso tempo la comunità, molto turbata, non volle seppellirvi i propri morti, tant'è che il vescovo di Treviso, mentre effettuava una visita pastorale, constatò la presenza di alcune bare nascoste nella chiesa, alcune con persone morte da mesi.
Interno
L'opera più pregevole degli interni è sicuramente la pala dell'altar maggiore: una Madonna con Bambino e santi opera di Palma il Vecchio. Sugli altari laterali si hanno, a sinistra, una Madonna del Parto attribuita a Carletto Caliari, figlio del Veronese, e, a destra, un Sant'Antonio di ignoto. Sconosciuti anche gli autori degli altri due dipinti della navata destra, un Martirio di san Sebastiano e una Madonna del Rosario. Nei pressi dell'ingresso è collocata una terracotta smaltata che rappresenta una Madonna con Bambino.

Degni di nota sono anche due stendardi dipinti ad olio su tela. Il primo, di scuola romana, risale al XVI secolo raffigura due Scene della vita di Sant'Elena. Il secondo, di scuola veneziana, è del XVIII secolo, mostra una Madonna con Bambino e san Domenico. Sono presenti altre due pale, della fine del XX secolo, del pittore Oleg Supereko.

Due sono i progetti che riguardano Mogliano Veneto e il suo territorio.



La Piazza dell'informazione è una iniziativa di animazione urbana,realizzata in collaborazione con gli operatori commerciali del territorio. Incontri, interviste,degustazioni nell'arco di una giornata, per una comunicazione ritrovata.

Due gli appuntamenti realizzati : in piazza San Pio X e in piazza don Antonio sala a Zerman.

Il secondo progetto riguarda le Vie dei Mulini lungo il fiume Zero, da Zero Branco a Marcon.

Lo sfruttamento delle acque dello Zero permise la costruzione di numerosi mulini sin dal medioevo, alcuni dei quali funzionarono a pale sino agli anni sessanta del Novecento. La maggior parte di queste strutture furono aperte a partire dalla metà del XVI secolo quando, attraverso il canale artificiale di San Marco ed una roggia, fu aumentata la portata del fiume sottraendo grosse quantitativi d'acqua al Sile.

Sappiamo che nel 1678 erano funzionanti lungo il percorso dello Zero otto mulini, per un totale di diciassette ruote. I più antichi erano i mulini "Contarini" di Levada e "Tiveron" di Sant'Alberto, risalenti al Cinquecento. Quindi, scendendo verso la foce, si incontravano il mulino di Sant'Alberto (1667, sempre dei Contarini). Giunti a Zero Branco, si incontrava il mulino dei Grimani (seconda metà del XVII secolo, ricostruito nel 1727). Poi il mulino di Campocroce, il mulino del Terraglio a Mogliano (1663, appartenente al medico Francesco Brachi). A Marcon si trovavano invece il mulino dei Priuli, demolito nell'Ottocento, e il mulino Bonisiolo: già proprietà delle monache di Santa Caterina di Venezia, ha funzionato sino al 1970.

I due progetti verranno presentati nel corso degli Stati Generali della Comunicazione Territoriale che si terranno in Istria dal 18 al 20 settembre.